lunedì 29 maggio 2017

VERGOGNA PD! REGALA 121 MILIONI DESTINATI AI TERREMOTATI AD UN PARASSITA. CONDIVIDETE TUTTI!


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LE CENTINAIA DI MILIONI PER LA RICOSTRUZIONE DEL TERREMOTO? NONOSTANTE LE INFINITE PALLE DI RENZI PRIMA E GENTILONI POI SONO ANCORA FERMI IN CASSA. SEMPRE SE SI SONO. IN COMPENSO, ZITTI ZITTI, DI NOTTE COME I LADRI, I NOSTRI AMATI PARASSITI DEL PD HANNO REGALATO LA BELLEZZA DI 121 MILIONI NOSTRI AL SIGNOR CARLO TOTO. CHI E’ CARLO TOTO E PERCHE’ GLI HANNO “REGALATO” QUESTA MONTAGNA DI SOLDI?
CE LO RACCONTA IL SEMPRE IMPECCABILE SERGIO RIZZO SUL CORRIERE DI OGGI

Sergio Rizzo per il Corriere della Sera

Mezzo miliardo: è il valore della tegola che sta per cadere sulla testa dell’ Anas. Così non solo compromettendone il bilancio, ma costringendo anche il governo di Paolo Gentiloni a tirare fuori un mucchio di soldi per ricapitalizzare la società pubblica delle strade. E il bello è, come suprema prova di masochismo, che a sganciarla è lo stesso governo.

Il tutto per favorire un signore che si chiama Carlo Toto, imprenditore già proprietario della compagnia aerea Air One tuffata nel buco nero dell’ Alitalia, costruttore ma soprattutto concessionario dell’ autostrada dei Parchi, quella che collega Roma all’ Abruzzo.

La storia è questa: mercoledì notte nel disegno di legge di conversione del decreto sulla manovra economica spunta a sorpresa un emendamento del governo che di fatto abbuona a Toto 121 milioni di euro che l’ Anas rivendica da due anni ma che il concessionario non paga.

Si tratta delle rate scadute del prezzo del corrispettivo di gara con cui l’ imprenditore (allora insieme ad Autostrade) si è aggiudicato la concessione. Il costo, fissato a dicembre 2002, era di 568 milioni: all’ epoca si concordò una rateizzazione con gli interessi. Regolarmente pagata fino al 2013, quando il ruolo di concedente della rete autostradale è passato dall’ Anas al ministero delle Infrastrutture. Ed è allora che cominciano i guai.

Parte subito un contenzioso terrificante e complicatissimo, che sfocia in una prima transazione con la quale però non si chiude affatto la partita. Secondo l’ Anas Toto deve dare ancora 303 milioni di capitale residuo, più 121 di rate scadute, per un totale di quasi 425 milioni. Non solo, ma le future rate con gli interessi porterebbero nelle casse della società pubblica 782 milioni fino al termine della concessione, prevista nel 2030.

Toto risponde con una causa mostruosa, chiedendo a sua volta una cifra dell’ ordine di un miliardo di euro; le contestazioni spaziano dalla qualità delle infrastrutture messe a gara, alle bonifiche, agli interessi richiesti dal concedente. Finché in questa guerra che dura ormai da tre anni, ecco l’ emendamento del governo: i 121 milioni dovuti da Toto non saranno versati all’ Anas, ma impiegati dal concessionario per fare i lavori di manutenzione all’ autostrada dei Parchi: motivazione, la messa in sicurezza dopo il terremoto. Per essere poi restituiti in comode rate nel 2031 non all’ Anas, ma direttamente allo Stato.

Al presidente della società Gianni Vittorio Armani vengono i brividi freddi. Perché stabilire per legge che quei soldi non sono dovuti all’ Anas certifica che pure i 303 milioni residui del prezzo di gara sono destinati a prendere il volo dai bilanci aziendali. Con devastanti conseguenze. La prima è la svalutazione immediata dei crediti ancora vantati nei confronti di Toto, con riflessi su un conto economico che dovrebbe contabilizzare, stimano gli esperti finanziari della società, una perdita di 424,8 milioni.

Una botta micidiale, capace se non di azzerare praticamente il capitale, quantomeno di mandarlo in crisi nera. Il patrimonio dell’ Anas, formalmente ammontante a 2,8 miliardi, non supera in realtà gli 800 milioni (oltre due miliardi riguardano infatti beni gratuitamente devolvibili), e di questi ben 300 sono il valore della società Stretto di Messina: quella del ponte che non si farà mai, ed è in liquidazione da più di tre anni.
Ecco allora che il medesimo governo il quale con un emendamento evita a Toto di dovergli pagare 121 milioni, sarebbe costretto a tirare fuori più di 400 milioni per evitare di incorrere nei rigori del codice civile.

La faccenda, peraltro, non trova nemmeno tutti d’ accordo nello stesso governo. Il ministro competente delle Infrastrutture Graziano Delrio, per esempio, la trova indigeribile. Al punto che giovedì salta fuori un altro sub emendamento che contrasta l’ emendamento principale del governo: nel quale si fissa il principio che i 121 milioni restano, sì, a Toto, il quale però alla fine li dovrà restituire all’ Anas, a cui dovrà anche pagare tutte le rate rimaste.



Ma le pressioni sono fortissime. Il subemendamento viene così ritirato, per essere ripresentato solo dalla Sudtiroler Volkspartei. Ritirato anche questo, non resta che la barriera fragilissima del sub-sub emendamento fotocopia dell’ ex grillino Ivan Catalano. E oggi si vota.

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